Raffaele Sicignano

Passeggiata a Gaza -  tra guerra e pace.                                                                               Bergamo - Longuelo, Chiesa della Beata Vergine Immacolata.
di Don Massimo Maffioletti, in Longuelo comunità, Marzo 2024.

 

(…)L’artista Raffaele Sicignano inserisce nella nostra tenda, sul muro del confessionale, un’opera suggestiva e simbolica per dare voce al dramma dell’attuale conflitto israelo-palestinese (…) prendendo spunto da una poesia di Aldo Palazzeschi “La passeggiata” (1913), quasi una visione futuristica della cinematografica realtà.

 

Un lavoro inedito

Viene esposta per la prima volta proprio nella nostra chiesa in occasione della settimana santa: tre metri e mezzo di lunghezza per uno e venti di altezza per un totale di trenta tasselli. Anche il lavoro di Raffaele vuole essere una carrellata quasi "a schiaffo", si direbbe in termini filmici che rappresenta matericamente la durissima realtà della guerra, quella nella Striscia mediorientale ma anche quella in Ucraina e in tante aree del mondo dove è in atto quella che Papa Francesco continua a chiamare "terza guerra mondiale a pezzi". Nell'opera di Sicignano, esposta nella tenda del Pizzigoni sul grande muro del confessionale (e già il muro dice molto del conflitto israelo-palestinese in atto), possiamo affacciarci su differenti quadri che come finestre o frame filmografici documentano la cruda realtà e la nuda verità. Riduttivo pensarli come tasselli giustapposti a mo' di puzzle. Semmai capitoli di un unico racconto, punti di vista differenti sull'unica realtà. Ogni dipinto fotogramma è una storia, uno squarcio che inquadra la realtà ma anche un taglio doloroso sull'oltre. Raffaele ha pazientemente visto e rivisto ogni giorno i video postati sui social da Gaza per testimoniare il terrore e la morte.

 

Il proiettile e il pane

Nella sua opera incontriamo il pane della fame sbocconcellato come se non ci fosse più il tempo di gustarlo, come se si dovesse sempre scappare, il proiettile messo lì a inchiodare un cielo pieno di blu ma che ha chiuso i battenti alla speranza, pietre di case o frammenti di cemento di edifici crollati come reliquie di una distruzione efferata, cocci di mattone rosso come ex voto, cieli ruvidi dai quali piove insieme morte e speranza, e che ogni giorno e ogni notte si accendono di agguati e di spari, terre graffiate, argille ridotte a polvere come se la polvere fosse l'unico destino dell'uomo, cenere che ricorda l'origine ma annuncia anche una promessa di nuova desti nazione, pezze o stracci appesi come tende che nascondono svelano brani una vita che non vuole morire. E come se noi davanti all'opera sfogliassimo un quaderno di appunti, pagine di dolore e speranza, che nell'insieme intendono trasmettere un messaggio di pace. L'arte assolve anche a questo compito: non solo rappresentare ma indirizzare lo sguardo del fruitore verso un oltre non definibile ma eloquente di cui non possiamo fare a meno. Suggerire piste di senso e significato. L'impatto è forte: un'opera sulla guerra e sulla pace come nella tradizione dei grandi artisti. 

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